È il dilemma di ogni appassionato d’arte casearia. E la risposta non è solo una questione di numeri, ma anche e soprattutto di cultura.
Il “troppo stroppia” recita un vecchio, ma ancora usatissimo, proverbio ad indicare l’effetto negativo di ogni eccesso. Noi che siamo produttori e amanti del formaggio non possiamo che certificare la bontà di questo detto anche applicandolo al consumo del nostro amato cacio.
Formaggio: un prodotto importante nella nostra dieta
Fino a non troppo tempo fa il formaggio veniva visto con diffidenza e sospetto nell’ambito di una dieta sana ed equilibrata. Oggi il vento sembra cambiato e questo prodotto della caseificazione sta riprendendo il posto che merita, ovvero quello di alimento importante, ricco di sostanze nutritive e potenzialmente molto utile alla salute in virtù dell’apporto di proteine, vitamine e minerali in grado di fornire. Il nostro ragionamento è molto generale, ovviamente, e per un’analisi specifica della situazione di ogni persona è sempre bene rivolgersi a specialisti e nutrizionisti.
Il giusto approccio culturale al pecorino
In linea di massima però, molto si gioca sulle quantità e sulla frequenza di consumo del formaggio. Prima di dare qualche numero, però, ci sentiamo anche di suggerire un paio di nozioni molto semplici di carattere culturale, che possono tornate utili anche a tavola.
Noi, come sapete, prediligiamo sempre e comunque la qualità delle materie prime, la tracciabilità del prodotto, la conoscenza di quello che stiamo mangiando. Siamo profondamente convinti che essere consapevoli e magari sostenitori di questo tipo di consumo sia fondamentale anche in ottica di salute e di una dieta corretta. L’altro elemento da valorizzare prima di inserire il formaggio nelle nostre abitudini alimentari è il suo valore completo come elemento nutritivo. Per molto tempo abbiamo considerato il ‘cacio’ come un accompagnamento e un piatto da fine pasto. Sbagliato. Il formaggio, e il pecorino nel caso della nostra produzione, è un elemento centrale in grado di fornire molti nutrienti. Avere un approccio di questo tipo eviterà anche uno squilibrio verso altri alimenti che rischiano di appesantire il nostro pasto.
Quantità e qualità stanno sempre insieme
Venendo ai numeri e stando alle linee guida proposte dal CREA, Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’economia agraria “si possono consumare due o tre porzioni di formaggio alla settimana, 100 grammi di formaggio fresco e 50 grammi di quello stagionato”. I formaggi freschi sono più ricchi di acqua e dunque meno calorici rispetto a quelli stagionati, ma anche da questo punto di vista, la regola d’oro è variare e consumare in modo intelligente ed equilibrato.
Una miniera inesauribile di nutrienti
Per i formaggi, come per tutti gli alimenti, a fare la differenza è lo stile di vita e la quantità di calorie totale assunte durante il giorno. Fatta questa valutazione il formaggio può diventare un grande alleato della nostra dieta, oltre che un piacere a tavola, grazie all’elevato contenuto di calcio, al suo apporto di proteine e di molte vitamine, tra le quali la A, la B12 e la B2. E allora, con il cuore e con la testa sulle spalle, godetevi la vostra fetta di pecorino.